Sex toys lanciati sui campi del basket femminile, Mariella Santucci: “Basita e sconcertata. Dobbiamo ribaltare il gesto”

Fine luglio e inizio agosto: periodo di lanci. Ma niente razzi, niente Armstrong, niente Luna, almeno nel 2025. I tre oggetti volanti finiti sul parquet della WNBA tra il 29 luglio e il 5 agosto sono decisamente più mondani. Anzi, sessuali. Qualcosa del '69, in fondo, ce l'hanno. In tre diverse partite – ad Atlanta, Chicago e Los Angeles – tre diversi sex toys (a onor di cronaca: dildo) sono stati lanciati in campo. Altri – riferiscono alcuni spettatori – sarebbero stati “sparati”, senza però raggiungere il parquet, a New York e Phoenix.
Scherzi di cattivo gusto, goliardate, oggettificazioni sessiste? I commenti delle giocatrici, assieme alla risposta legale della Wnba, sono di condanna. Un gesto immaturo, irrispettoso e pericoloso. E si invocano maggiore sicurezza e controlli.
Intanto, è stato arrestato e accusato di indecenza, disturbo della quiete pubblica e violazione della proprietà il ventitreenne Delbert Carver, responsabile del primo lancio durante la partita tra Atlanta Dream e Golden State Valkyries, disputatasi il 29 luglio. Proprio le “Valchirie” sono state coinvolte anche nell'episodio del 2 agosto, del secondo tiro. Il terzo ha quasi colpito Sophie Cunningham, guardia delle Indiana Fever, in un climax di pericolosità.

La tentazione di vedere nel gesto un'aggressione simbolica legata al genere delle giocatrici c'è. Ma in assenza di parole da parte di chi il gesto l'ha compiuto, sarebbe frettoloso tirare somme e trarre conclusioni.
Certo, qualcuno potrebbe persino ricordare – e così controbattere – un lancio simile a questo che, nel 2016, ebbe come bersaglio un uomo. Il “Dildogate” o il “Waitangi dildo incident” che investì l'allora ministro neozelandese Steven Joyce. Un lancio politico, di protesta e satirico. Un eloquente e incensurato commento alla firma del Trattato di libero scambio nel Pacifico da parte di Joyce. Autrice del gesto, in quel caso, fu una donna. Ci muoviamo su due campi, in apparenza, diversi: politico e sportivo. Su ciò che appare, però, vince ciò che è. E che atterri su un parquet o in una “smoke-filled room”, sempre di un sex toy si tratta.
Su Reddit l'idea: trasformarli in un nuovo Teddy Bear TossSu Reddit, noto forum online, c'è anche chi vede nell'episodio la possibilità di replicare una tradizione dai nobili intenti: il Teddy Bear Toss. Una pratica inaugurata dall'hockey sul ghiaccio statunitense nel 1993, che prevede sì un lancio di oggetti (peluche), ma che è sostenuta dalle società e finalizzata a raccolte fondi per donazioni benefiche.
Il Teddy Bear Toss è arrivato anche in Italia, proprio nel basket, in serie A2. Prima con l'Acmar Basket Ravenna, poi con il Basket Brescia Leonessa, la Pallacanestro Trieste e la Reyer Venezia. In tutti i casi, le somme raccolte sono state donate a ospedali pediatrici o a servizi di supporto per famiglie in difficoltà.
Il commento di Mariella Santucci: “Episodi mai visti in Italia, inaccettabile”Per la squadra della Serenissima gioca Mariella Santucci, playmaker bolognese, protagonista con la Nazionale dell'Europeo appena conclusosi. E a Santucci abbiamo chiesto cosa pensa di quanto accaduto e se, nei palazzetti di quello vecchio, sia mai successo qualcosa di simile. “Da noi, episodi del genere non se ne sono mai visti”, racconta. “In occasioni speciali, con l'appoggio della società e con eventi organizzati, vengono lanciati pupazzi o gadget per iniziative benefiche, come per il Teddy Bear Toss. Mai nulla che abbia un'intenzione pericolosa”.

Insomma, a dirimere e separare le due situazioni non sono gli oggetti in sé, ma il movente di chi lancia e il contesto nei quali sono lanciati. Da una parte, azioni concordate, condivise, dichiarate e con intenti positivi. Dall'altra, iniziative di singoli, con l'unico risultato possibile, oltre all'indignazione, di provocare infortuni alle giocatrici. Secondo la bolognese classe '97, è anche difficile, per il momento, leggere motivazioni politiche o discriminatorie nei tiri dei sex toys: “Mi sembra un gesto completamente privo di significato, per cui, peraltro, nessuno fra gli autori ha rivendicato un messaggio”. E prosegue: “Quel che so per certo è che non si tratta di un comportamento accettabile: per l'incolumità di chi calca il parquet, per il rispetto di chi sta lavorando, e anche per chi, diversamente dai lanciatori, vuole assistere alla partita con interesse e in pace”.
La reazione è tale e quale a quella delle giocatrici negli Stati Uniti: “Rimango basita e sconcertata”. Una soluzione? Trasformare “la provocazione, la mancanza di rispetto, l'imbecillità nel suo opposto. Ribaltare il gesto e renderlo, come il Teddy Bear Toss, un momento codificato di raccolta fondi: a favore della ricerca in ambito medico per le donne. E anche per il diritto all'aborto, oggi in grave pericolo negli Stati Uniti. Così avrebbe un senso, almeno”.
Luce